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Di: Subhaga Gaetano Failla

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Notizie invisibili. Quel che è accaduto in Italia ieri 27 settembre 2009 (copio-incollo da melitoonline.it).
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Nel bergamasco blitz alla memoria della lotta alla mafia.
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Non bastava la rimozione della targa, che intitolava la biblioteca civica nel comune leghista di Ponteranica nel bergamasco, adesso anche il blitz all’ulivo piantato in nome di Peppino Impastato. La nuova coalizione leghista, il 10 settembre scorso, aveva deciso di cambiare nome alla struttura pubblica. Un gesto che voleva significare il cambio di rotta rispetto alla scorsa amministrazione di centrosinistra, che aveva intitolato la biblioteca a Peppino Impastato vittima della mafia e simbolo della lotta a qualsiasi tipo di criminalità organizzata. Il Sindaco leghista, precisava che l’iniziativa non aveva alcuna motivazione diversa da quella di valorizzare le personalità locali, come il sacerdote Giancarlo Baggi, al quale dovrà presto essere ridedicata la biblioteca.

E così per ribadire la vicinanza alla coalizione padana, qualche gruppo di ignoti balordi, serve su un piatto d’argento il vile gesto del taglio all’ulivo piantato in nome di Peppino.
La rivendicazione, avvenuta attraverso un cartello piantato vicino all’albero abbattuto dice: “Mé ché öle ü paghér”, “Io qui voglio un pino”. Dure le reazioni del mondo delle associazioni riunitesi ieri a Ponteranica, oltre 7000 persone, un lungo corteo che si è snodato verso il centro abitato. Sul palco, a conclusione della manifestazione, il fratello di Peppino non parla solo della targa tolta, ma anche di scudo fiscale e pacchetto sicurezza: “Non è solo ignoranza, è un progetto più ampio con la Lega come uno dei fautori”. I riferimenti al Carroccio sono più d’uno e duri: “Queste sono azioni di fascismo o razzismo, non importa se dal nero siamo passati al verde, le camicie sembrano le stesse”, continua Impastato. E’ intervenuto anche Salvatore Borsellino che attraverso una telefonata dichiara: “Non posso essere lì a esprimere la mia rabbia perché i campi di battaglia sono tanti. Si vuole cancellare anche la memoria. Agitiamo la nostra agenda rossa e resistiamo”. L’albero era stato piantato nel Parco del BoPo, luogo di ritrovo per molti giovani del posto, concerti, manifestazioni e mostre erano organizzate accanto all’ulivo di Peppino Impastato, una location non casuale adeguata per mantenere vivo il ricordo e non dimenticare uomini che hanno sacrificato la loro vita in nome di un mondo migliore. La società civile del luogo non ci sta ed il volto di Peppino, stampato sulle t-shirt di centinai di ragazzi presenti alla manifestazione lo testimonia.

La protesta, organizzata dal Comitato Peppino Impastato, ripropone in una gigantografia la vecchia targa che intitolava la biblioteca civica a Peppino. Il popolo “padano” non può ignorare la piaga mafiosa, non può localizzare un problema come la criminalità organizzata al mero territorio dell’Italia Meridionale. La camorra, la mafia e la ‘ndrangheta hanno investito i loro proventi illeciti in tutta Europa, come hanno dimostrato le più recenti indagini della Dia, la strage di Duisburg ne è la prova lampante. Ci inorridiamo di fronte a dichiarazioni come quella del sindaco di Milano, Letizia Moratti, che dichiara che nella sua città non esiste la mafia e ci sorprendiamo se ancora si vuole ghettizzare un problema che riguarda direttamente tutte le famiglie del nostro Paese.

Antonio Alliva


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